Chiudiamo gli occhi ed entriamo nel silenzio, quello profondo, quello interiore: il silenzio dell’anima. Un silenzio dove il lavorio continuo della nostra mente non può avere accesso. E’ la mente che tace, laddove l’ego e la pesonalità in cui siamo incarnati si dissolvono permettendoci finalmente quel contatto con la parte più intima e più autentica del nostro Essere, il nostro vero Sé.
Ancora prima di essere Iniziati ai nostri Misteri, primo e assoluto compito, ci veniva chiesto di spersonalizzarci, di abbandonare tutto quanto ci identificava in quella personalità, finanche il nostro nome. Non a caso, tra l’altro, l’Iniziato necessita di un nome iniziatico proprio per abbandonare tutto ciò che aveva precedentemente costruito attorno al proprio ego, giorno dopo giorno. Il lavoro da fare ora è l’opposto, togliere, levare, tornare alla nostra essenza prima.
Nel giusto equilibrio tra mente ed intuizione, tra razionalità e processo creativo, la nostra condizione di uomini di questa epoca e di questo luogo fa però sì che l’ago della bilancia penda troppo spesso a favore del mentale. Ma l’essere androgino, così ben rappresentato dal Rebis Ermetico, deve aver compreso e racchiuso in sé tutte le qualità maschili e femminili in modo bilanciato. Lo stato androgino è lo stato umano completo, in cui i complementari, invece di opporsi, si equilibrano in modo ideale…
Teniamo bene a mente quella immagine del Rebis Ermetico, costituito da un corpo con due teste, l’una maschile e l’altra femminile, che rappresentano l’essere reintegrato nella totalità delle potenzialità umane e naturali, pronto ad elevarsi verso gli stati superiori della manifestazione.
Il Rebis -cioè l’opera finale dell’alchimista- rappresenta l’Essere Spirituale che ha raggiunto la perfezione, cioè uno stato di unione ed armonia tra i principi maschile e femminile. L’essere androgino indica l’Unità Originaria, la condizione dell’umanità prima della caduta iniziale. La nostra anima, la nostra vera essenza non è né maschile né femminile.
Semplicemente E’.
L’essere umano su questo piano, quello della caduta, è uomo o donna a seconda del principio che predomina in lui o del corpo in cui si è incarnato, mentre l’altro rimane allo stato latente o è comunque poco sviluppato.
Il principio maschile è attivo, energico, volitivo, razionale.
Il principio femminile si manifesta invece attraverso la dolcezza, la tenerezza, la sensibilità, l’intuizione.
Il Sigillo di Salomone, così come il segno del Tao, sono simboli potentissimi nel richiamare dentro di noi quel ricordo ancestrale della compenetrazione degli opposti. Sviluppare in sé i due principi, l’emissivo ed il ricettivo per essere androgeni perfetti. Chi si vive solo nella propria sfera maschile o femminile è debole o incompleto e necessita, per sentirsi completo, dell’altra metà.
Nel Vangelo di Tommaso troviamo un profondo insegnamento di Gesù che ci dice: “Quando farete in modo che due siano uno, e quando farete l’interno come l’esterno e l’esterno come l’interno, e quando farete del maschio e della femmina una cosa sola, cosicché il maschio non sia più maschio e la femmina non sia più femmina…allora entrerete nel Regno…e diventerete Figli dell’Uomo”.
Essa è infatti la nostra bacchetta magica, il nostro centro di forza. Non a caso, la bacchetta magica, come esprime anche nella sua forma, rappresenta il prolungamento della colonna vertebrale; quasi a voler ricordare all’uomo la forza che potenzialmente risiede in essa. La colonna vertebrale è lo Djed, ma è anche la via del Kundalini e il pilastro fondante dell’alchemico Piccolo Circuito Celeste dei Taoisti.
ResponderExcluirPoste così le fondamenta passiamo alla parte operativa e alchemica della meditazione, lasciando che la parola-seme germogli dentro di noi e dia i suoi frutti.
Possiamo meditare sul Rituale affinchè ogni sua parola lasci un segno indelebile nel nostro animo; possiamo meditare sui concetti e sui principi massonici, spesso svuotati del loro profondo significato e rilegati alla sfera speculativa senza essere veramente introiettati quali qualità dell’anima; possiamo meditare sui simboli per farli vibrare dentro di noi affinchè essi siano vivi e potenti al nostro interno; possiamo meditare sull’Eggregore e percepirne tutta la potenza attraverso l’aumento della nostra frequenza; possiamo meditare sui Maestri Passati ed avvertirne la presenza e gli insegnamenti, che otterremo non attraverso la parola ma tramite il Silenzio ed una intuizione a livello di Anima.