il mistero sotto gli occhi di tutti:
la metafora del solstizio
(i corsi e ricorsi del percorso alchemico)
Piccola premessa: Se prendo in considerazione il percorso astrale delle stagioni scandito da solstizi ed equinozi, il percorso dell’iniziato per arrivare al compimento di se stesso e il percorso alchemico che crea la purezza dell’oro scopro che c’è un numero ricorrente, il 5 che rappresenta nella tradizione Pitagorica la Geometria, l’Arte Reale, che è anchela forma del Pentalfa e nell’alfabeto ebraico corrisponde alla lettera Hei equivalente del latino E, che ha come significato la ricerca della libertà e il Pensare.
Questa cosa mi ha fatto riflettere perché se andiamo a guardare il cerchio delle stagioni esso è composto dai quattro punti cardinali e dal loro centro di gravità, il sole.Se pensiamo al processo iniziatico non dobbiamo mai dimenticare che oltre ai tre momenti di crescita vanno presi in considerazione anche altri due momenti che spesso sono dimenticati, commettendo un grande errore.
Il primo è quell’attimo in cui ci rendiamo conto che dobbiamo cambiare, quella situazione che ci porterà a bussare alle porte di un tempio, questo momento è forse il momento di cambiamento più importante, forse ancora più importante dell’iniziazione stessa, perché rappresenta la presa di coscienza, è l’uomo primitivo che vede per la prima volta il fuoco.Il secondo è quando dovremmo prendere coscienza che pur avendo raggiunto il gradino più alto del percorso iniziatico, il grado di Maestro dobbiamo ritornare nel mondo profano senza l’alterigia della presunzione ma con la volontà di capire e aiutare a crescere l’altro da noi, altrimenti tutto il nostro percorso sarà risultato vano ed inutile se non adirittura nocivo.
Mastro Eckhart sostiene che il Maestro che parla solo agli iniziati è sterile e contrario al disegno divino, il linguaggio dei simboli offre a tutti la chiave di lettura che è adatta a loro, ma se non usiamo con tutti detto linguaggio come possiamo far scattare la molla della curiosità in qualcuno?
Se andiamo a guardare il percorso alchemico non possiamo notare come alle quattro fasi della creazione dell’oro si deve sempre aggiungere quella che ci deve vedere impegnati a tenere sempre nella giusta temperatura l’Atanor, per tanto avere una costante attenzione alle nostre sensazioni e emozioni.Inoltre quando percorriamo i 4 elementi della purificazione e della crescita non va mai dimenticato che la Terra, l’Aria, l’Acqua e il Fuoco perdono ogni potere significante se non sono uniti allo Spirito cioè alla purezza delle intensioni e alla volontà di crescere indipendentemente dagli ostacoli che troveremo.
Non è casuale dire che l’importante non è riuscire a raggiungere la vetta della, che peraltro non è raggiungibile , ma è importante provarci ed è ancora più importante provarci con lo spirito giusto.
Se si potesse evidenziare il solstizio con un simbolo da social si potrebbe utilizzare tranquillamente uno SMILE, quella simpatica faccina stilizzata che sorride.Infatti, il solstizio ci apre una porta verso un periodo di calore e di gioia.Proserpina che il 21 di marzo, nel giorno dell’equinozio di Primavera, è rientrata dalla casa di Ade negli inferi, presso sua madre Cerere, rappresentazione romana della dea Madre GEA, che nella fattispecie viene relegata in ruolo minore dalla logica maschilista del politeismo Greco e Romano, ma di fatto rappresenta la vita nel suo continuo mutarsi e divenire, la Divinità principe della religione degli antichi dove simboli e tempo avevano un ruolo importante e significante, e la ruota alchemica determinata da Gea era la garanzia del comportamento consono degli uomini.Gea è dunque è la rappresentazione divina della Madre Terra quell’entità superiore e di generosità infinita che nutre l’Uomo sempre e comunque, nonostante le violenze che spesso questo suo amato figlio faccia subire alla natura e, di conseguenza, a Gea stessa.
Proserpina che ha usato i semi di melograno, uguali e differenti, uniti ma soli, per scandire i tempi della sua duplice vita, quella coniugale, legata ad Ade Dio degli Inferi che la vede stare per metà del corso della terra intorno al sole ad alimentare il fuoco per dare calore al regno dei morti, per donare quella parvenza di vita in un momento transitorio ma triste e lungo che è la morte.
Proserpina, dicevamo, è ritornata ad assaporare l’aria pura, a scaldarsi col sole e a godere degli intensi piaceri che offre la Vita, cioè la capacità di assaporare appieno della generosità di Gea e di rispettare l’armonico Caos del movimento perpetuo e molteplice che è il mescolare la nostra vita con quella degli esseri, umani e non umani, che condividono con noi questi spazi e queste risorse.
Ora la figlia della Dea Madre è ritornata pienamente in forza e ha superato tutti gli sbandamenti che una libertà offre dopo un periodo di chiusura, di freddo e di arida stanchezza.
Non a caso il periodo primaverile è un periodo di grande “ribollire dei tini” di mutamenti interiori e di sensazioni, quasi che si attui una sorta di rivoluzione interiore per ambientarci al passaggio dal freddo inverno verso la calda estate, Pertanto proprio in occasione del solstizio, Proserpina, al pieno della sua floridezza, festeggia e ci offre il piacere di superare l’ultimo passaggio del percorso alchemico, entriamo con pieno vigore nel Rubedo, lo stato dell’evaporazione, la sublimatio, che ci permette di godere appieno delle passioni sublimi della vita, che ci consente di caricare la nostra dispensa interiore di tutti quei beni vitali che ci serviranno per progredire nel percorso di crescita fino al ritorno agli stati precedenti, fino alla trasmutazione in oro della nostra vita.
Siamo passati dal Nigredo, la fase della combustione, combattendo il freddo della morte, creando calore con l’uso della nostra mente, portando il nostro intelletto a costruire quelle difese che hanno impedito al grigiore invernale di gelare e rendere sterili le nostre capacità di creare l’eggregore attraverso il calore della catena di unione, che ci vede finalmente resuscitati come iniziati.Abbiamo attraversato l’Albedo, la dissoluzione, che ci ha visto morire più volte per ritornare con accresciuta consapevolezza a coltivare la Forza e la Bellezza e la Sapienza che sono gli strumenti che, se avremo compreso l’importanza dell’ascolto e dell’altro da noi, ci permetteranno di passare allo stadio successivo.
Eccoci vivere con stimolo il giallo del Citrino, la coagulatio, finalmente padroni del verbo/logos, che è origine di tutto, e consci della capacità di sintesi e analisi, queste caratteristiche che vanno curate e coltivate continuamente perché saranno ancora una volta utili strumenti per approfondire ancora di più Forza, Bellezza e Sapienza che si realizzeranno finalmente nella nostra Evaporazione.
La sublimatio, nel nostro diventare veramente Maestri di noi stessi, acquisire la Teleté, la perfezione iniziatica nel Rubedo, l’ultimo stadio della preparazione alchemica, noi che abbiamo intrapreso la cerca con la leggerezza che ci ha fatto eliminare il peso dei metalli volgari.
Ora che siamo riusciti a non essere abbagliati dai metalli che abbiamo trovato lungo il percorso, che apparentemente ci danno onori e gloria, ma riluccicano solo di valori effimeri, quei metalli che sono stati il freno e ostacolo nel nostro percorso, scopriamo che ribollono nell’Atanor, e diventano veramente concime che aiuta la maturazione e la crescita, diventano l’Oro Alchemico, la conchiglia del pellegrino e il bastone del viandante, cioè diventano quel puntello di sicurezza che ci permette di guardare dentro e fuori da noi perché il calore naturale del sole ci ritempra, l’esplosione dei colori della natura ci appaga e i sapori dei suoi frutti ci nutrono e ci donano Forza; quella Forza che dobbiamo comprendere e imparare ad usare per renderla Bella e abituarci a condividerla per renderla Saggia, perché solo in questa maniera saremo pronti ed attrezzati a ricominciare il percorso quando arriverà l’autunno e poi l’inverno.
Quel lungo periodo che inizierà il 23 settembre giorno dell’equinozio di autunno quando la giovane Proserpina tornerà a onorare l’impegno che le impongono i semi di melograno che sono conservati presso la casa di ADE e rientrerà a pieno titolo nel suo ruolo di regina degli inferi.
Accudendo quel fuoco che riscalda la freddezza della morte e che diventa crogiolo caotico di Forza, Bellezza e Sapienza che non sanno ancora occupare il ruolo che a loro compete, quel ruolo che crea un legame fra il mondo superiore e quello inferiore, dove questi due termini sono solo usati per indicare il livello fisico della loro collocazione.
Nell’antica tradizione cinese, la ruota del tempo è rappresentata da 5 tigri, simboli di forza e di coraggio, le tigri sono i guardiani dei quattro punti cardinali e del centro di gravità. La Tigre Bianca è sovrana dell’autunno e padrone dei metalli, la Tigre Nera domina l’inverno e il potere delle acque, la Tigre Blù è padrona della primavera e ascende agli elementi della terra, la Tigre Rossa presiede l’estate e il fuoco ristoratore, mentre la gravità, l’equilibrio fra le forze è gestita dalla Tigre Dominatrice Suprema, la Tigre Gialla simbolo del Sole.
Le Tigri orientali assumono un significato simbolicamente importante quando vengono in contatto con la tradizione occidentale.
Non è casuale il nome fiume Tigri che aiuta Dioniso a raggiungere la ninfa Alfesibea per dare origine con la loro unione al popolo dei Medi.Secondo la tradizione Babilonese, il fiume Tigri nasce dagli occhi Marduk il dio creatore.Nella Bibbia il Tigri è il fiume più importante del Paradiso Terrestre.
Per arrivare fino alle mitologie nordiche dove la Tigre rappresentava la custode della purezza della Madre Terra e il simbolo del coraggio e del valore.
Proserpina percorre lo stesso viaggio che intorno allo scorrere del tempo, percorre il magico Cerchio della vita che si rigenera attraverso il suo corso e ricorso eterno nel viaggio delle stagioni; viaggio che tutti noi abbiamo percorso, quel sentiero erto e aspro che si riassume nell’acronimo coniato da Basilio Valentino (1394-1450) sul nome del solvente universale degli alchimisti, VITRIOL: Visita interiora terrae rectificandoque invenies occultum lapidemIl viaggio deve avvenire all’interno,(visita interiora terrae) lavorando con coscienza per modificare le asperità che si trovano lungo il cammino (rectificando) e allora potremo scoprire ( invenis) la lapide nascosta della rivelazione di chi veramente siamo ( occultum lapidem).
È sostanzialmente lo stesso processo che attuavano gli alchimisti quando sostenevano che dal Piombo (o terra) viene estratto il Mercurio grezzo (argento) che diventerà attraverso il processo alchemico Mercurio Rettificato (stabilizzato) per così trasformarsi infine in Zolfo (oro).Il piombo è DIANOIA ( mente empiricaL’argento è EPISTEME (intuizione)L’oro è NOESIS ( illuminazione)La rappresentazione astrale di questi metalli è: piombo = terra, argento = luna,il mercurio= Kronos, il tempo che ci sfugge dalle mani oro = sole.Il piombo influenza le funzioni ghiandolari, l’emozione/sentimento ed è mente empirica, esso consiste nell’opera al nero, NIGREDO, e nell’estrazione dalla caverna.L’argento determina nell’intuizione e nella conoscenza sintetica universale e consiste nell’opera al bianco, ALBEDO.
La preziosità dei metalli non ha significato se non è accompagnata dalla rettitudine e dalla volontà di sapere, unita al contempo alla consapevolezza di non raggiungere mai la meta ma di percorrere l’infinito sentiero della conoscenza, la stessa consapevolezza che fa dell’iniziato un “mai finito”.
In questa fase l’accecante candore del bianco si tinge di giallo, permea su di se il mistero dell’uovo creatore e fonte di vita e al contempo rifugio dalla forma perfetta ma fragile se non saputo equilibrare nel suo susseguire.
Questo è Citrinitas.Ecco dunque la creazione dell’oro, ricchezza interiore che da forza e valore, equilibrio perfetto fra passioni e razionalità che ha una valenza solo interiore e se diventa esteriorità sarà solo apparenza e non sostanza, sarà l’oro che si intacca con gli acidi e che illude gli sciocchi, sarà solo il venesio e inutile piacere dell’apparire, mentre nei forzieri della nostra mente e del nostro cuore regna solo il freddo e la desolazione.
L’oro significa conoscenza d’identità e realizzazione del sé e consiste nell’opera al rosso, RUBEDO.
Il percorso delle stagioni, ovvero il percorso di madre terra è scandito dalle date cruciali, che determinano momenti di riflessione e momenti di gioia, il tutto passando attraverso momenti di attesa e di aspettative.
Il 21 di marzo Proserpina esce dall’Ade frastornata e momentaneamente accecata dalla luce del sole, viene accolta dalla gioia di madre Terra che in questo periodo, non a caso comincia ad esplodere nel suo splendore primaverile, il 21 di giugno è il momento che porta al grande calore naturale, al periodo della vacanza terrena della figlia della Dea, in autunno, 23 Settembre è il ritorno all’Ade e qui si hanno i colori del fuoco dei tramonti che manifestano la gioia del Dio degli inferi ma al contempo Gea si inaridisce per la mancanza di sua figlia.
Andando verso il 22 Dicembre, solstizio d’inverno Proserpina vede avvicinarsi il giorno del ritorno alla casa materna, e sarà avvolta dall’abbraccio ristoratore della Madre Terra.
E così si compie il rotatorio viaggio perenne delle stagioni scandite dall’alchimia della vita che a sua volta compie una continua rotazione, passando da uno stato di grazia della Terra a uno stato di freddezza della stessa, che comunque non viene mai meno al suo dovere di madre premurosa e attenta nei confronti di tutte le creature che la abitano.
Per ritornare al 21 di Marzo dove si riproduce il magico incontro fra le due dee.Lo scandire delle stagioni ripropone il percorso dell’Alchimista, che è conscio di non arrivare mai alla meta ma sa perfettamente che la ruota alchemica lo porterà da uno stato di profano a morire per rinascere iniziato, poi a crescere fino a diventare maestro dopo aver soppresso tutte le scorie che contaminano il nobile metallo che è l’animo umano nello stato della sua purezza, per ritornare profano quando scopre che il percorso dell’apprendimento non ha fine e tutte le volte ti mette davanti allo specchio dove potremo osservare tutti i mutamenti per affrontare la nuova strada che ci si para davanti.
Come Proserpina siamo in attesa di ritornare a portare la felicità alla sua madre Cerere, colei che ha in sé il principio della crescita, quella esteriore che porterà al passaggio della morte e quella interiore che se sapremo coltivarla, renderla forte e aperta al dubbio e alla contaminazione sarà determinante per la nostra eternità nel ricordo di chi verrà dopo di noi.
Per concludere possiamo affermare con Pitagora, che il Sole distribuisce in parte equa a tutti gli esseri viventi il nutrimento e lo rende duttile attraverso un susseguirsi armonico delle stagioni, come una eunomia, una giustizia perfetta e equa, affermando in questa maniera la libertà degli esseri viventi di trasformare questa legge in Armonia che attraverso la differenziazione delle stagioni crei una azione benefica che tiene conto delle differenze, delle conoscenze in modo che ciascuno attinga per quanto necessita e offra secondo le proprie possibilità, si realizza così nel rispetto delle antiche tradizioni l’utopia della perfezione umana.
La dialettica Pitagorica degli opposti (luce/tenebre, bene/male, parola/silenzio, pieno/vuoto)trova conferma nel percorrere del tempo e nell’alternarsi delle stagioni, trova nel Logos la sua esplicitazione più semplice: “tutto venne ad essere a causa del Logos, e senza esso nulla venne ad essere di ciò che è venuto ad essere” (Giovanni:prologo) .
Le stagioni rappresentano il tutto e il contrario di tutto, l’armonico susseguirsi di esse è la ripetizione terrena dell’armonico caos che governa l’universo con la differenza che la lo spazio non ha tempo e non ha limiti di età, mentre noi sulla terra dobbiamo attraverso gli Dei mediare con la provvisorietà della nostra breve vita.
Pertanto onoriamo oggi, giorno del culmine sostiziale la nostra Madre Terra, madre giusta, premurosa, costruttiva e generosa che ci offre la migliore qualità della vita che potremo godere solo attraverso la comprensione del semplice e difficilissimo mistero della natura.
angelo “ciccio” delsanto
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