"A altura é profundidade, o abismo é desiludido, a escuridão é claridade, o magnne é parvo, o confuso é distinguido, a briga é amizade, a divisão é individual, o átomo é imenso. ”
Giordan Bruno
O pensamento ardente de Giordano Bruno manifesta uma visão não só filosófica, mas iniciativa, cósmica e esotérica.
Sua linguagem transcende as categorias convencionais, rejeita a lógica linear e abraça a "coincidentia opositorum": a fusão de opostos que, em vez de cancelar, se integram a uma realidade superior.
Bruno - um pensador livre e observador atento do invisível - nos insiste a ir além das fronteiras do pensamento comum para reconhecer a profunda unidade do que parece separado. Ver que a luz mais verdadeira não cega, mas habita nas sombras; que o universo não está confinado às suas formas manifestas, mas se estende às profundezas do Mistério.
Nestas linhas ecoam o eco das antigas escolas misteriosas, o fogo hermético do conhecimento egípcio, a alquimia da transmutação interior, os ensinamentos maçônicos que veem em símbolo uma forma de unir o que está dividido, de reconciliar o alta e o baixo, o interior e o exterior, o grande e o pequeno.
Cada par de opostos evocados por Bruno faz parte de uma dança cósmica.
A briga é amizade, porque a harmonia pode crescer a partir do conflito.
O abismo é luz inacessível, porque no fundo do ser a fonte está escondida.
O átomo é enorme porque cada partícula reflete todo o cosmos.
Escuridão, confusão, divisão não são limites, mas trazem-nos.
Estes não são exercícios retóricos, mas verdades para meditar.
Bruno não quer surpreender, mas sim acordá-lo.
Seu pensamento nos mostra que o caminho para o conhecimento não é linear, mas circular; não é puramente racional, mas transformacional; não é conclusivo, mas inicial.
Aqueles que têm a coragem de abraçar essa complexidade, sem buscar certezas tranquilizadoras, praticam um ato espiritual: quebram a casca da aparência e começam a ver o mundo como ele realmente é — um espelho vivo do Infinito.
“L'altezza è profondità, l'abisso è luce inaccessa, la tenebra è chiarezza, il magno è parvo, il confuso è distinto, la lite è amicizia, il dividuo è individuo, l'atomo è immenso.”
ResponderExcluirGiordano Brun
Il paradosso che illumina
Nell’ardente pensiero di Giordano Bruno si manifesta una visione che non è solo filosofica, ma iniziatica, cosmica ed esoterica. Il suo linguaggio trascende le categorie convenzionali, rifiuta la logica lineare e abbraccia la "coincidentia oppositorum": la fusione degli opposti che, anziché annullarsi, si integrano in una realtà superiore.
Bruno — libero pensatore e acuto osservatore dell’invisibile — ci esorta a superare i confini del pensiero ordinario per riconoscere l’unità profonda di ciò che appare separato. A vedere che la luce più vera non abbaglia, ma si cela nell’ombra; che l’universo non si limita alle sue forme manifeste, ma si estende nella profondità del Mistero.
In queste righe risuona l’eco delle antiche scuole misteriche, il fuoco ermetico della sapienza egizia, l’alchimia della trasmutazione interiore, gli insegnamenti massonici che vedono nel simbolo una via per congiungere ciò che è diviso, per riconciliare l’alto e il basso, il dentro e il fuori, il grande e il piccolo.
Ogni coppia di opposti evocata da Bruno è parte di una danza cosmica. La lite è amicizia, perché dal conflitto può nascere l’armonia. L’abisso è luce inaccessa, perché nel fondo dell’essere si cela la sorgente. L’atomo è immenso, perché ogni particella riflette l’intero cosmo. La tenebra, la confusione, la divisione non sono limiti, ma portali.
Non si tratta di esercizi retorici, ma di verità da meditare. Bruno non vuole stupire, ma risvegliare. Il suo pensiero ci mostra che il percorso verso la conoscenza non è lineare, ma circolare; non è puramente razionale, ma trasformativo; non è conclusivo, ma iniziatico.
Chi ha il coraggio di abbracciare questa complessità, senza cercare certezze rassicuranti, compie un atto spirituale: spezza il guscio dell’apparenza e comincia a vedere il mondo per ciò che è davvero — specchio vivente dell’Infinito.
Carlo Pili