TI DIRO' LA VERITA' ANCHE A COSTO DI INVENTARLA

 




TI DIRO' LA VERITA' ANCHE A COSTO DI INVENTARLA

“Entrate pe la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano”
Matteo 7,6 13-14
« Il Pinocchio di Collodi è un miracolo letterario dalla profondità esoterica quasi intollerabile. »

Pinocchio, in quest’ottica, non è che la storia di un’iniziazione: una marionetta di legno, simbolo della meccanicità della persona, che aspira a ritrovare la sua anima.
I nomi dei personaggi corrispondono così ad una precisa terminologia alchemica: Pinocchio sarebbe un composto di pino, albero che nell’ermetismo allude alla ghiandola pineale, e di occhio, ossia la visione associata a tale ghiandola; Mangiafuoco corrisponderebbe a Mammona, che nei Vangeli è equiparato al denaro e più propriamente al potere della mondanità, mentre in Lucignolo è rinvenibile Lucifero che, come il Gatto e la Volpe (le passioni del corpo), distraggono Pinocchio dalla scuola e quindi dalla possibilità di accedere alla Conoscenza; nella Fata Turchina si esprimerebbe l’archetipo della Grande Madre, assimilabile a Iside ma anche alla Madonna cristiana, che aiuta infine Pinocchio a ricongiungersi col Padre.
Anche le singole vicende della storia conterrebbero chiavi interpretative attinte dal filone spirituale della classicità letteraria: ad esempio la trasformazione in asino, che rappresenta la caduta nell’animalità, e ricalca l’analogo episodio presente nelle Metamorfosi; o Pinocchio fagocitato nel ventre del pescecane, che ricorda il racconto della Bibbia in cui Giona viene inghiottito da una balena, all’interno della quale giunge a ravvedersi e a riacquistare lo spirito di obbedienza a Dio.
Scritta da Carlo Lorenzini, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Carlo Collodi (la cui appartenenza alla Fratellanza non è avallata da documenti ufficiali, ma confermata dal suo pensiero e dalle frequentazioni massoniche), ha incantato e continua ad incantare bambini ed adulti, aldilà della preparazione letteraria del lettore; infatti può essere intesa secondo gli schemi della pur semplice impostazione favolistica oppure interpretata nei suoi significati più reconditi o velati. Essa costituisce una significativa metafora della vita e della evoluzione spirituale.

Descrive infatti il cammino dell’individuo dalla sua nascita fino alla maturità.
La crescita di Pinocchio, dalla sua nascita e fino alla trasformazione in bambino vero, contiene tutti i sentimenti ed i travagli dell’animo umano: l’innato affetto reciproco tra genitore e figlio, l’impertinenza del figlio verso il genitore, l’animo indulgente del genitore verso il figlio, l’animo del bambino, che, seppure innocente, non sa resistere alle tentazioni cacciandosi in un sacco di guai e coinvolgendo in ciò anche chi gli vuole bene.
Tutto questo agli occhi del profano inconsapevole, ma da iniziato il significato è profondamente diverso.
I contenuti esoterici nelle “Avventure di Pinocchio” sono numerosi, e ad una attenta lettura la “favola” nasconde significati molto più profondi di quelli che può cogliere un bambino. Gli eventi favolistici nascondono significati e simbolismi che si rivolgono a chi è in grado di interpretarli.
Si scopre subito una favola nella favola, una favola diversa dove il “burattino” deve apparire con tutti i suoi difetti, ed è costretto a superare tutti gli ostacoli che gli si presentano per diventare “Uomo”.
Dal legno-materia prima, allorché è lavorato a regola d’arte, emerge Pinocchio, burattino sì, ma che deve farsi uomo, e che pertanto contiene già uno spirito umano inserito nel suo corpo ligneo.
Il burattino percorre dunque un percorso iniziatico che lo deve condurre ad una profonda trasformazione di tutti i piani del suo essere.
Trasformazione resa possibile con il morire da profano e rinascere quale iniziato.
Pinocchio viene impiccato, ma risorge… ed ecco la sua “morte iniziatica” .

PINOCCHIO - IL SIGNIFICATO ESOTERICO
“Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” è un romanzo per ragazzi scritto da Carlo Collodi, pseudonimo del giornalista toscano Carlo Lorenzini, e pubblicato per la prima volta nel 1883. Si può affermare che si tratti di una fiaba esoterica, poiché tutte le fasi del racconto rappresentano in realtà le diverse tappe del percorso iniziatico che alcuni individui scelgono di intraprendere.
Mastro Geppetto, che ricava Pinocchio da un pezzo di legno, è una chiara allusione al Demiurgo platonico e gnostico, un dio minore che ha creato un mondo fisico imperfetto e dominato da una legge spietata. Mangiafuoco è invece la rappresentazione di uno degli Arconti, le forze oscure che, insieme al Demiurgo, reggono e governano questo mondo.
Pur essendo un burattino di legno, Pinocchio a un certo punto comincia a muoversi e a parlare: ciò ci ricorda il mito gnostico secondo cui l’uomo, appena creato, giacque immobile e senza vita sul terreno, finchè non ricevette la scintilla divina proveniente da un Principio Superiore che sovrastava il suo stesso creatore, ovvero il Demiurgo.
Pinocchio si rivela fin da subito un burattino assai dispettoso, che manca di rispetto anche a colui che l’ha forgiato, Geppetto, simbolizzando in tal modo l’uomo gnostico che in fondo sa di essere superiore al proprio creatore. A tal proposito è significativo il passo del racconto in cui si legge:
«”Povero burattino!”, dicevano alcuni. “Ha ragione a non voler tornare a casa! Chi lo sa come lo picchierebbe quell’omaccio di Geppetto!” E gli altri soggiungevano malignamente: “Quel Geppetto pare un galantuomo, ma è un vero tiranno coi ragazzi! Se gli lasciano quel povero burattino fra le mani, è capacissimo di farlo a pezzi!”».

Pinocchio e Geppetto
Nel corso del racconto, Pinocchio viene più volte ingannato dal Gatto e dalla Volpe, nei quali possiamo scorgere le seduzioni dell’illusorio mondo materiale, che tentano di distogliere l’individuo dal suo cammino verso il risveglio. Pinocchio si imbatte poi nel cattivo consigliere Lucignolo, che lo conduce nel Paese dei Balocchi. Leggiamo nel romanzo:
«Lì non vi sono scuole. Lì non vi sono maestri. Lì non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia mai. Le giornate si passano baloccandosi e divertendosi dalla mattina alla sera. La sera poi si va a letto, e la mattina dopo si ricomincia daccapo».
Si tratta chiaramente di una descrizione della vita profana, fatta della sola ricerca di beni e di soddisfazioni materiali, in cui è immersa gran parte dell’umanità. Il fatto che il Paese dei Balocchi sia abitato solo da bambini, suggerisce l’idea che gli esseri umani vivano in un perenne stato infantile, immersi nell’ignoranza e nel vizio. I fanciulli che vivono in questo luogo di finta beatitudine vengono, prima o poi, trasformati in asini, circostanza che evoca addirittura una possibile reincarnazione in uno stato inferiore a quello umano.

Ciuchino
Il Grillo parlante, che spesso riprende e rimprovera il nostro burattino, è la ragione umana, la voce della coscienza che cerca di orientare l’individuo verso le scelte giuste. Il periodo trascorso da Pinocchio nel ventre della balena simboleggia quel momento in cui l’uomo comincia ad isolarsi dal mondo, per riscoprire nella solitudine la sua reale essenza ed il suo autentico scopo esistenziale.
Nel corso di tutte le sue disavventure, Pinocchio è aiutato e guidato dalla Fata Turchina, la quale rappresenta la “Sophia” gnostica, ovvero la Sapienza Divina, che proviene da un mondo ben superiore a quello del Demiurgo (Geppetto nel racconto).
Al termine del romanzo, grazie ai potenti aiuti ricevuti ma anche all’intelligenza di cui è comunque dotato, Pinocchio diventa finalmente un bambino vero, cioè un uomo che si è affrancato dalle illusioni generate dal mondo materiale, potendo così manifestare se stesso alla massima potenza: la Grande Opera è compiuta.
Fata Turchina
Dovremmo leggere e rileggere questa meravigliosa favola perché racchiude in sé messaggi fondamentali per l’evoluzione interiore. Intanto ti racconto i principali simboli esoterici:

Pinocchio
Il nome Pinocchio rimanda alla ghiandola pineale che, secondo le tradizioni esoteriche, simboleggia il terzo occhio, quello che cioè consente la visione trascendente e che guida il percorso iniziatico verso l’illuminazione.

Geppetto
Il creatore di Pinocchio, lo plasma da un tronco di legno, creando un burattino che è – appunto – allegoria di un essere inconsapevole della propria
natura divina, un essere cioè “dormiente”. C’è, nella figura di Geppetto, una forte connessione col Demiurgo platonico. La parola “demiurgo” deriva dal greco e vuol dire “artigiano”, e rappresenta, nella filosofia platonica, un’entità quasi divina in grado di creare esseri imperfetti e dunque assoggettati ai turbamenti derivanti dalle illusioni della vita materiale. Non a caso, la casa di Geppetto è piena di orologi che servono a misurare una delle più grandi illusioni della realtà fisica: il tempo.

Il Grande Architetto
Il Grande Architetto è Colui al quale si rivolge Geppetto affinché nel burattino inanimato da lui creato venga infuso un barlume di luce, un soffio vitale. Dunque, il Grande Architetto è Dio.

La Fata Turchina
La Fata Turchina è la rappresentazione della Sapienza Divina ed è l’elemento essenziale per la trasformazione di Pinocchio in bambino. È lei che scende sulla Terra per infondere in Pinocchio la scintilla divina, ed è lei che dice a Pinocchio che il suo desiderio di diventare bambino si avvererà solo se saprà meritarlo. Gli esseri umani sono infatti dotati del libero arbitrio ed è tramite il suo esercizio che si può crescere e arrivare al risveglio spirituale. Il primo passo di Pinocchio è quello che lo conduce a scuola, che sta a rappresentare la Conoscenza. La Fata Turchina è sempre presente accanto a Pinocchio e lo aiuta nei momenti più difficili. A volte non percepiamo la presenza divina accanto a noi, ma possiamo stare certi che non siamo mai soli.
Il Grillo Parlante
Il Grillo Parlante è la coscienza, quella vocina interiore che ci indica la strada giusta, che ci suggerisce le scelte etiche. Quella voce che, proprio come Pinocchio, alle volte anche noi non vogliamo ascoltare. Alla fine della favola, quando il processo di illuminazione di Pinocchio è completato, il Grillo Parlante riceve dalla Fata Turchina un distintivo in oro che, secondo la tradizione alchemica, sta a rappresentare il punto più alto del percorso interiore.

Il Gatto e la Volpe
Sono le tentazioni e, in un certo senso, rappresentano la nostra parte più fragile e corruttibile. Sono loro infatti a indicare a Pinocchio la via di un facile successo. Nonostante gli avvertimenti del Grillo Parlante, Pinocchio segue questi due personaggi per poi scoprire che il prezzo da pagare seguendo la strada sbagliata è altissimo: non può rivedere suo padre, il suo creatore, e tutti i soldi arricchiscono solo Mangiafoco, divenuto suo proprietario come in una sorta di vendita dell’anima. Mangiafoco infatti rappresenta “mammona” cioè la forza che governa le dinamiche di questo mondo. Resosi conto dell’illusorietà di quel successo grazie al Grillo Parlante, Pinocchio decide di scappare, ma si ritrova chiuso in gabbia. Ecco che solo l’intervento della Fata Turchina gli consente di liberarsi. La sua volontà di migliorare dunque mette in modo un meccanismo “superiore”.

Lucignolo
Lucignolo è il ragazzino che lo invita ad accompagnarlo nel Paese dei Balocchi e che sta evidentemente a rappresentare Lucifero, vale a dire colui che cerca di allontanare Pinocchio dalla retta via, quella cioè della scuola, che gli consentirebbe di conoscere i “maestri”, coloro che possono fargli da guida spirituale e avviarlo al percorso iniziatico.

Il Paese dei Balocchi
SI tratta di un “luogo” senza scuola né leggi, quindi un posto privo di Conoscenza e di etica, per questo è abitato solo da bambini, cioè simbolicamente da anime non ancora evolute. Il paese dei balocchi è quindi la rappresentazione di una vita caratterizzata da ignoranza, non nel senso di mancanza di cultura, ma nel senso di indifferenza verso una ricerca e una crescita interiore; un posto in cui l’unico obiettivo è il soddisfacimento dei bisogni più bassi della propria esistenza. Il cocchiere, che ha il compito di vigilare, incoraggia questo modus vivendi perché sa che questa è la strada per creare” schiavi” e infatti i ragazzini che lo seguono vengono trasformati in asini, rappresentazione simbolica della parte più bestiale e istintiva dell’animo umano.
La Balena
La parte finale della favola in cui Pinocchio viene ingoiato dalla balena è fortemente ispirata al mito di Giona, il profeta che venne appunto inghiottito dalla balena. La pancia del grosso cetaceo sta a rappresentare la consapevolezza del buio interiore, l’apice della fase finale del percorso iniziatico e la fuga verso l’uscita dal suo ventre rappresenta l’illuminazione.
Qual è la morale della favola?
La favola di Pinocchio ci insegna che l’illuminazione si raggiunge con la volontà, con la capacità di sconfiggere la nostra parte più debole e istintiva, con la scelta quindi della strada più difficile: quella del costante miglioramento interiore.








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